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"Collezione Autunno" - Il Riccio.

 

-Dimensioni: x
-Peso: x

Quest’estate nel giardino della casa al mare veniva spesso un piccolo e timido riccio.
Quando mi avvicinavo, lui strisciando, si nascondeva tra le foglie a terra di un albero di magnolia per poi correre veloce tra i rami di una grande siepe di rosmarino.

Mi incuriosisce, lo disegno, cerco di conoscerlo meglio.
Lo modello e gioco con le sue forme.
Animaletto notturno, un po’ goffo ma molto veloce nei suoi movimenti. 
Di giorno vive in una tana sotto terra ricoperta di foglie ed erba secca. 
Musetto lungo e appuntito. Le sue zampe sono corte e lunghi piedi con cinque dita allungate. La sua pelliccia è fatta di aculei e quando si sente in pericolo i suoi muscoli dorsali si attivano e si appallottola rizzando le sue spine per proteggersi.

Mentre cammina la sua pancia striscia sul suolo. Proprio per  questo, per i Celti, il riccio rappresentava la fertilità e la profonda connessione con la Madre Terra.
Per i Nativi americani, il riccio era il simbolo della vittoria sul male, vista la sua grande capacità di resistere al morso dei serpenti e al loro veleno.
Mi imbatto poi, in uno scritto di Schopenhauer che utilizza una metafora per raccontare della complessità dei rapporti umani nel trovare la giusta distanza nelle relazioni.
L’indole dell’essere umano è quella di cercare contatti sociali e di comunicare con i propri simili. Abbiamo bisogno di relazioni sociali per comunicare, condividere e crescere pur ritrovandoci frequentemente a vivere il conflitto tra due bisogni necessari.
Avere legami ma senza farci troppo male con gli ‘aculei’ quando siamo molto vicini.
Qual’è la giusta distanza?

Colgo la sincronicità dell’incontro con un piccolo riccio e attraverso la conoscenza della sua natura mi scopro a rileggere in modo profondo molti miei stati d’animo, bisogni e riflessioni di questo anni.
Basterebbe prendere, per non ferirsi e non ferire, la giusta distanza. Se mai ci fosse...

Il Riccio

€ 25,00Prezzo
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